post 299.
e probabilmente è l'ultimo del 2013. un anno molto poco "loquace"
è iniziato bene, il 2013: un mininano nato con un inaspettato parto spontaneo.
poi, il nulla.
anzi, la catastrofe.
un inverno freddo e lungo, il lavoro in studio che stenta ad ingranare, la stanchezza di avere i tre nani da crescere, la casa da sistemare... l'impressione di esseere sempre sola, con il Tu che aveva il peso del lavoro sul collo,.
già, il Tu. con la Bru che fa capolino malefica e bastarda e mi guarda di sottecchi, come in un horror di prima scelta.
con il lavoro a cui ha dato ore della sua vita, energie e passione che lo manda via, con una telefonata.
e lo butta giù, dove solo gli uomini sanno cadere.
perchè una donna vede l'azzurro anche se il cielo è grigio. un uomo no.
ecco. io ho vissuto così.
a fare i conti per farci entrare tutto. a pregare per non avere sorprese nella cassetta della posta.
poi.. arriva l'inaspettato.
e cambi tutto.
ho chiuso il mio ambulatorio, lavoro da un collega.
ho dei turni, riesco a stare con i bambini.
ho affittato l'altra struttura in attesa di venderla.
il Tu inizierà a girare dal primo gennaio per un' altra ditta, dove prenderà un quinto di quello che prendeva prima.
e io so che tutti i suoi buoni propositi di farmi lavorare di meno per poter stare più a casa andrannop a farsi fottere.
oggi è la viglilia di Natale.
sono a casa di nonna in blue jeans, in Calabria Saudita. con la zia -mia-sorella. e gli zii architetti.
ci sono lucine e pacchetti e alberi di Natale .
ma nessuno ha pensato al cenone per i bambini ("ma come, non mangiano pasta con le cozze e baccalà in umido con le patate?"):
e questa cosa mi ha reso triste.
vorrei essere rimasta a casa...
auguro a chi ancora legge questo blog un meraviglioso Natale.
la kia tristezza andrà vcia, spazzata dai sorrisi dei nani...
e probabilmente è l'ultimo del 2013. un anno molto poco "loquace"
è iniziato bene, il 2013: un mininano nato con un inaspettato parto spontaneo.
poi, il nulla.
anzi, la catastrofe.
un inverno freddo e lungo, il lavoro in studio che stenta ad ingranare, la stanchezza di avere i tre nani da crescere, la casa da sistemare... l'impressione di esseere sempre sola, con il Tu che aveva il peso del lavoro sul collo,.
già, il Tu. con la Bru che fa capolino malefica e bastarda e mi guarda di sottecchi, come in un horror di prima scelta.
con il lavoro a cui ha dato ore della sua vita, energie e passione che lo manda via, con una telefonata.
e lo butta giù, dove solo gli uomini sanno cadere.
perchè una donna vede l'azzurro anche se il cielo è grigio. un uomo no.
ecco. io ho vissuto così.
a fare i conti per farci entrare tutto. a pregare per non avere sorprese nella cassetta della posta.
poi.. arriva l'inaspettato.
e cambi tutto.
ho chiuso il mio ambulatorio, lavoro da un collega.
ho dei turni, riesco a stare con i bambini.
ho affittato l'altra struttura in attesa di venderla.
il Tu inizierà a girare dal primo gennaio per un' altra ditta, dove prenderà un quinto di quello che prendeva prima.
e io so che tutti i suoi buoni propositi di farmi lavorare di meno per poter stare più a casa andrannop a farsi fottere.
oggi è la viglilia di Natale.
sono a casa di nonna in blue jeans, in Calabria Saudita. con la zia -mia-sorella. e gli zii architetti.
ci sono lucine e pacchetti e alberi di Natale .
ma nessuno ha pensato al cenone per i bambini ("ma come, non mangiano pasta con le cozze e baccalà in umido con le patate?"):
e questa cosa mi ha reso triste.
vorrei essere rimasta a casa...
auguro a chi ancora legge questo blog un meraviglioso Natale.
la kia tristezza andrà vcia, spazzata dai sorrisi dei nani...
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Pina