Sono a casa. Quella che era di mia nonna e adesso è di mia mamma. Con il cortile che fa vedere lo stretto, il gelsomino che profuma l'aria e ti fa sentire un pò ragazza, leggera e libera. Siamo scappati qua, nonostante colpi di coda d'influenza e immane faticaccia, perchè avevo bisogno di pensare. La sottoscritta, come si intuiva da una lunga assenza, è più a terra di un copertone forato. Questo ha influito sul suo fisico (peso quasi quanto pesavo quando ho partorito Paola), sulla sua salute (urge una visita dal dentista) e sul suo umore: il mio medico, dopo un weekend condito di palpitazioni notturne, mi ha prescritto un blando ansiolitico e la raccomandazione "svaga la capa". Per le prime ventiquattrore ha funzionato: vedere i nonni entusiasti dei nipoti, portarte i nani al mare a tirare i sassi... la cartolina di una famiglia in vacanza. Ma poi: pensi al lavoro del Tu, in bilico tra nuove possibilità e pesanti e onerose certezze. Pensi al tuo lavoro, che si tra...
loro sono tre, io sono una. tecniche di sopravvivenza per mamme incasinate.