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gli amici si vedono nel momento del bisogno

nell'ordine, mi hanno chiamato: la mamma del fantomatico futuro genero (nano ottenne che a quattro hanno ha chiesto la mano di Polpetta al di lei padre -con conseguente tracollo nervoso-, a sei si è presentato a Nonnaccì come  il "ragazzodituanipote" e a sette ha candidamente ammesso che la Nana è la prima del suo cuore) che oltre all'immancabile comestai? ci ha invitati a cena. il minigenero, che stupido non è, ha asserito che lui senza la nana non può stare. e che dovrà convincere i suoi a trasferirsi a Londra (per i nani dire Londra e dire Uk è la stessa cosa). la mamma dell'amichetto storico del mininano. gentile e discreta. in realtà sta andando in pezzi lei e le ho girato il numero dell'amica psicoterapeuta alla quale rompo le scatole ogni tanto. la figlia della vicina di casa. la moglie del mio dottore -nonchè chitarrista nel gruppo del Tu. una cliente. mia sorella. la mia mamma. gli amici o hanno molta fiducia in me o non sono poi così tanto
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two weeks

sono passate due settimane. mi sembra di non vederlo da una vita. due settimane in cui non ho voluto avere il tempo di sedermi alla scrivania e scrivere. non ho avuto il tempo di deprimermi. non ho voluto avere il tempo di deprimermi, o di intristirmi, o di piangermi addosso. mi sono alzata ogni mattina, ho portato i bimbi a scuola in orario, il cane a passeggio, ho sbrigato le faccende. rispondo "bene!" a chi mi chiede come va. perchè oggettivamente va bene. la nostra vita scorre, come prima. faccio le stesse cose, forse lavoro un pò di più. ma poi basta. scarrozzo i pargoli tra lezioni d'inglese e partite di basket. non m i fermo quasi mai. ogni tanto ho pensato "ma io resto qui". oggi mi sono messa al pc e ho cercato di capire come si iscrive un nano a scuola in uk, come si trova una casa per una famiglia chiassosa e colorata, piena di bambini e animali. oggi mi sento per la prima volta sull'orlo del precipizio. e soffro di vertigini. mi ma

sottovuoto

due giorni. ho vissuto gli ultimi dieci in maniera il più normale possibile. facendo lavatrici come una disperata. attaccandomi alle mie to do list. isolandomi con il Tu appena possibile, rubando tempo al mondo per respirare la sua pelle e restare lì, muti, due innamorati che non sanno cosa dire. in realtà non serve parlare. dopo tutti questi anni abbiamo imparato a comunicare con un tocco. stiamo lì, accucciati sotto a un plaid, a far finta di guardare un telefilm. cerchiamo attimi di normalità, di meravigliosa routine, con o senza bambini. vivo sottovuoto. so che terrò botta per le prime settimane: la sindrome da prima della classe prenderà il sopravvento e io sarò super: sveglia presto, faccende domestiche varie, scuola, cane, lavoro, attività extrascolastiche x 3, casa, cena, letto. se l'adrenalina tiene potrei anche studiare un pò. mi truccherò tutte le mattine, mi metterò a dieta, prenderò gli appuntamenti con il dentista e andrò a vedere le partite di basket. st

meno dieci

dieci giorni. un'inezia. tra dieci giorni il Tu prenderà un aereo, due valigie, uno zainetto e andrà via. destinazione Swindon, Wiltshire, regno di Sua Maestà la Regina. scrivere verso l'infinito ed oltre mi sembrava troppo melodrammatico. biglietto sola andata. noi abbiamo già pronti i biglietti per andarlo a trovare a metà febbraio. mi sembra la bacchetta magica di Harry Potter, la passaporta che si attiverà magicamente il venti febbraio. i bambini abbastanza sconvolti. il Ragazzino, preadolescente, alterna attimi di rabbia, di sconfidenza e momenti di dramma che neanche nella migliore tradizione napoletana. La Nana è incazzata nera. Papà è nostro, i signori inglesi trovassero il papà di qualcun altro per lavorare. Il mini tace...ma poi abbraccia l'uomo della mia vita e gli chiede "ma quando parti...e quando torni...e quando ci vediamo?" io...bho? mi attacco alle cose pratiche: come metto il piumino in valigia? e le lenzuola? e quanti kg posso imbarcar

wind of change...

lunedì il Tu parte. per molto molto lontano. se va bene starà via poco più di tre giorni. per poi ritornare a molto molto lontano e lavorare lì. noi qui, fino a fine anno scolastico. il tempo di far impratichire i mostri con lingue esotiche e di permettere al Tu di fare un nido per la sua numerosa famiglia. nonna in blue jeans è entusiasta: nipoti bilingue, posti più civili(si spera) in cui dare loro un futuro migliore. nonnaccì sbigottita: nipoti lontani dalle orecchiette con le cime di rapa, la mozzarella e il suo affetto. io incasso il colpo, sono un pò yuppiiii un pò ommamma..un pò euforica e un pò terrorizzata. non mi spaventa lo stare da sola, non mi fa paura il "tutto sulle mie spalle" (che poi mica tanto vero è). allora passo il tempo a studiare cartine geografiche, a immaginare weekend a fare i turisti, a navigare su skyscanner per capire quando i voli costano meno. il bello è che nessuno sa nulla. si parla con naturalezza di dove festeggiare il prossimo c

acute osservazioni da mininano (e non solo)

quando il Ragazzino era un mininano, era molto trasportabile. aspettava tranquillo la fine di un congresso in braccio al papà, o giocherellava con un pupazzetto durante la Messa della domenica. lei, un pò meno. ok i congressi, ma ferma in chiesa durante la messa anche no. (e ho appeso al chiodo le mie corde vocali) poi è arrivato lui, il mininano. quello che il giorno del suo compleanno ha esordito con un "mamma, ho cinque anni, sono quasi un uomo" che se sta fermo dietro pagamento (colori, librini) non sta zitto MAI. specialmente durante la Messa. di seguito le illuminanti considerazioni del mio terzogenito, tutte enunciate a voce più o meno alta, in momenti di silenzio più o meno assoluto: "mamma, ma perchè il Don ha il microfono e non canta?" "mamma, ma perchè questi della Chiesa chiedono sempre soldi?" "mamma, ma Gesù è invisibile che nessuno lo vede?" "mamma, mi sto annoiando" "mamma...PUZZETTA!!!" decisame

Idee Regalo made in Nani

Quest'anno il ragazzino riceverà il Sacramento della Comunione. L'evento, che sarà festeggiato nella più totale sobrietà, ha una grave controindicazione. la lista regali. "mamma, il mio amico G. ha chiesto il cellulare, il tablet e la go-pro per la comunione...e io?" Parliamone. lasciamo stare i moralismi sul regalare roba elettronica costosa e potenzialmente pericolosa a un nano di nove anni. la mia risposta è una sola: NO. visto che un no secco non può far desistere un ragazzino, la tecnica è un'altra. ammaliarlo con qualcos'altro. l'altro è un viaggio. decide lui la meta. dopo due giorni annuncia che le scelte sono: A) Londra, e i luoghi di Harry Potter. (qui mi sono gonfiata di orgoglio...è decisamente figlio mio!) B) una città dove ci sia un acquario grandissimo (e qui se la battono Genova e Valencia). bene, devo solo avvisare il parentado che il primo laccettino d'oro con la croce che vedo in giro glielo tiro appresso. arriva