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trenta giorni

di nuovo qui.
dopo quindici giorni in montagna con i nonni in blue jeans.
e quindici persi nel caldo soffocante di bari.
trenta giorni fatti di bambini, scanditi dalle loro necessità, dai loro ritmi. trenta giorni di quotidianità, di pranzi e cene homemade.
e poi prime sbucciature di ginocchia, e scoperte. frasi buffe che entreranno nella storia ("papà...mi dici che dovevo dormire prima, ora mi dici di nuovo che è presto e devo dormire...ma che è, devo sempre dormire io?" -conversazione fatta verso le cinque del mattino del primo giorno di ferie).
giocattoli riscoperti -vedi i miominipony vintage di mia proprietà con cui la nana si è decisamente divertita.
scoprire in loro la meraviglia e la fantasia che mi hanno accompagnato.
fare i segni sul muro per vedere quanto sono cresciuti in un anno.
scoprirmi più forte di quanto credevo, ma dolorosamente permeabile a certe delusioni.
avere la certezza che la primogenitura non significa essere "prima".
sentirmi indicibilmente sola, con il Tu quale unico scoglio a cui aggrapparmi.
sorridere di una nana che imita il fratello, che balla sculettando e mi manda baci sulla punta delle dita. vedere nel nano un piccolo Tu sensibile, affettuoson e caciarone.
trenta giorni senza le fisime di nonnaccì.
trenta giorni per godermi la mia famiglia, la mia pancia che cresce, senza fare e starfare.
trenta giorni sono pochi per una parvenza di normalità...

Commenti

Zia Atena ha detto…
Eccotiiii!! bentornata!!!
(stavo quasi per scriverti su FB.. che mica ci volevi abbandonare no?)

30 giorni forse son pochi per essere la normalità, ma intanto son 30 giorni di vita.. di te, di voi.

E segna segna sul muro...che io ora quel muro lo vado a guardare e mi emoziono sempre!!!

Un abbraccio
Anonimo ha detto…
Ciao,
complimenti per il tuo bel blog.
Vorrei scriverti un'email, mi lasci il tuo indirizzo?
Grazie,
Valentina
diana ha detto…
Bene che questi trenta giorni ti ricarichino un pochino

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