Il mese scorso il Tu è stato male. Ospedale, analisi e diagnosi: appendicite.
Ok. So cosa è un'appendicite, mi fa un pò paura, ma alla fine è un intervento di routine. Lui è in quel lettino, grigio, sudaticcio e febbricitante, io vicino, la mia pancia che impedisce i movimenti. Loro, i dottori, ci scherzano su..ma c'è qualcosa che non mi convince. Perchè aspettano? i bianchi continuano a salire, lui sta sempre peggio.
il brutto di capire il medichese? sentire termini che per un paziente qualsiasi sono solo paroloni, ma che per te hanno un significato molto chiaro.
Ok, che sta succedendo? lo chiedo a lui, paventando una serenità che non ho, sentendomi il gelo nel cuore. Già il cuore... il suo cuore, il mio cuore.
Mi spiega, tenero ma con la voce che è un sussurro, che hanno trovato qualcosa che non va. Hanno parlato di una cosa strana, una sindrome, poco nota poco conosciuta, poco studiata.
Ironizzo: non ti puoi neanche ammalare in modo normale... sei un caso raro.
Gli strappo un sorriso..ma so che ha paura.
I dottori parlano di sindrome di Brugada.
O della morte improvvisa.
Un nome che è tutto un programma.
Spiegata in parole semplici: è quella roba per cui i calciatori, i pallavolisti schiattano nel bel mezzo del mach della loro vita. La diagnosi in vita è pressochè impossibile. Tranne che in casi come il suo, dove un elettrocardiogramma in situazioni di stress (febbre a 40°) non mostra che qualcosa non va.
Ok, la paura è vera. E io la vedo, LaBru, che entra nella sua stanza e si siede si piedi del suo letto, beffarda e leggera. Ci sarà sempre.
La vedo che lo accompagna in sala operatoria, che ride bastarda mentre si chiudono le porte, e mi guarda mentre l'anestesista cerca di rassicurarmi ("signora, stia tranquilla, in sala operatoria abbiamo anche un cardiologo e due defibrillatori"...come se questo mi potesse far stare meglio)
La porta si chiude, restiamo io Nonnaccì e Nonnofelix, e Zio Capello.
"ma perchè non te ne vai? perchè non ti siedi, perchè non mangi?"
domande idiote ma di routine.
Lì dentro c'è la mia vita: non posso andarmene senza la mia vita.
una. due tre ore.
tre ore di paura vera, di preghiere, di messaggi su facebook in cui chiedo il supporto delle persone che ci vogliono bene. tre ore in cui ogni piccolissimo movimento mi fa sobbalzare, in cui mi rendo conto delle cose che contano, di come potrebbe cambiare radicalmente la mia esistenza, quella dei bambini... esce una dottoressa giovane, col sorriso gentile. E' finita, si sta svegliando.
la stretta allo stomaco si allenta. Arriva il chirurgo. mi spiega come è andato tutto bene.
però...
...LaBru c'è. E' sempre lì.
e ci sarà sempre.
il Tu passa il ricovero con un defibrillatore sul comodino, dove tutti hanno la bottiglietta dell'acqua o il cellulare. LaBru ci si siede sopra, le gambe penzoloni, la faccia emaciata, lunghi capelli sciolti.
Sembra la banshee delle leggende irlandesi.
Il tu riceve visite, telefonate, email. Io mi sbatto come mai nella mia vita per far marciare il tutto (e ci riesco). LaBru mi guarda, sadica: lo dovrai fare per il resto della tua vita.
Io ci sarò, mi dice..sarò con lui sempre, in ogni momento. Non lo lascerò mai, in macchina, sotto la doccia. Mentre partorisci, quando farete l'amore.
Sarò il terzo incomodo.
E tu non ci potrai fare niente.
Il Tu è tornato a casa; la ripresa dall'intervento è stata rapida. Ha una sfilza di esami da fare, lo hanno inserito in un gruppo di studio sulla Brugada... ne parliamo con gli amici, con i colleghi. Esorcizziamo la paura condividendola? forse.
Siamo più uniti che mai; più vecchi e saggi.
Ho deciso che non voglio sapere il sesso del mininano. Ho bisogno di una bella sorpresa.
Ho deciso che non permetterò a quella stronza di una sindrome che si siede sul mio letto con le gambe penzoloni di prendersi mio marito.
Comprerò un defibrillatore e imparerò ad usarlo, metterò l'angel care dei bambini sotto al suo materasso, andrò in capo al mondo...io non le permetterò di portarmelo via.
Ok. So cosa è un'appendicite, mi fa un pò paura, ma alla fine è un intervento di routine. Lui è in quel lettino, grigio, sudaticcio e febbricitante, io vicino, la mia pancia che impedisce i movimenti. Loro, i dottori, ci scherzano su..ma c'è qualcosa che non mi convince. Perchè aspettano? i bianchi continuano a salire, lui sta sempre peggio.
il brutto di capire il medichese? sentire termini che per un paziente qualsiasi sono solo paroloni, ma che per te hanno un significato molto chiaro.
Ok, che sta succedendo? lo chiedo a lui, paventando una serenità che non ho, sentendomi il gelo nel cuore. Già il cuore... il suo cuore, il mio cuore.
Mi spiega, tenero ma con la voce che è un sussurro, che hanno trovato qualcosa che non va. Hanno parlato di una cosa strana, una sindrome, poco nota poco conosciuta, poco studiata.
Ironizzo: non ti puoi neanche ammalare in modo normale... sei un caso raro.
Gli strappo un sorriso..ma so che ha paura.
I dottori parlano di sindrome di Brugada.
O della morte improvvisa.
Un nome che è tutto un programma.
Spiegata in parole semplici: è quella roba per cui i calciatori, i pallavolisti schiattano nel bel mezzo del mach della loro vita. La diagnosi in vita è pressochè impossibile. Tranne che in casi come il suo, dove un elettrocardiogramma in situazioni di stress (febbre a 40°) non mostra che qualcosa non va.
Ok, la paura è vera. E io la vedo, LaBru, che entra nella sua stanza e si siede si piedi del suo letto, beffarda e leggera. Ci sarà sempre.
La vedo che lo accompagna in sala operatoria, che ride bastarda mentre si chiudono le porte, e mi guarda mentre l'anestesista cerca di rassicurarmi ("signora, stia tranquilla, in sala operatoria abbiamo anche un cardiologo e due defibrillatori"...come se questo mi potesse far stare meglio)
La porta si chiude, restiamo io Nonnaccì e Nonnofelix, e Zio Capello.
"ma perchè non te ne vai? perchè non ti siedi, perchè non mangi?"
domande idiote ma di routine.
Lì dentro c'è la mia vita: non posso andarmene senza la mia vita.
una. due tre ore.
tre ore di paura vera, di preghiere, di messaggi su facebook in cui chiedo il supporto delle persone che ci vogliono bene. tre ore in cui ogni piccolissimo movimento mi fa sobbalzare, in cui mi rendo conto delle cose che contano, di come potrebbe cambiare radicalmente la mia esistenza, quella dei bambini... esce una dottoressa giovane, col sorriso gentile. E' finita, si sta svegliando.
la stretta allo stomaco si allenta. Arriva il chirurgo. mi spiega come è andato tutto bene.
però...
...LaBru c'è. E' sempre lì.
e ci sarà sempre.
il Tu passa il ricovero con un defibrillatore sul comodino, dove tutti hanno la bottiglietta dell'acqua o il cellulare. LaBru ci si siede sopra, le gambe penzoloni, la faccia emaciata, lunghi capelli sciolti.
Sembra la banshee delle leggende irlandesi.
Il tu riceve visite, telefonate, email. Io mi sbatto come mai nella mia vita per far marciare il tutto (e ci riesco). LaBru mi guarda, sadica: lo dovrai fare per il resto della tua vita.
Io ci sarò, mi dice..sarò con lui sempre, in ogni momento. Non lo lascerò mai, in macchina, sotto la doccia. Mentre partorisci, quando farete l'amore.
Sarò il terzo incomodo.
E tu non ci potrai fare niente.
Il Tu è tornato a casa; la ripresa dall'intervento è stata rapida. Ha una sfilza di esami da fare, lo hanno inserito in un gruppo di studio sulla Brugada... ne parliamo con gli amici, con i colleghi. Esorcizziamo la paura condividendola? forse.
Siamo più uniti che mai; più vecchi e saggi.
Ho deciso che non voglio sapere il sesso del mininano. Ho bisogno di una bella sorpresa.
Ho deciso che non permetterò a quella stronza di una sindrome che si siede sul mio letto con le gambe penzoloni di prendersi mio marito.
Comprerò un defibrillatore e imparerò ad usarlo, metterò l'angel care dei bambini sotto al suo materasso, andrò in capo al mondo...io non le permetterò di portarmelo via.
Commenti
Conoscerlo però, ti aiuta a combatterlo, no?
Vi auguro tutto il meglio!
Pina
Ma di stima, di ammirazione per te, per Lui, per il vostro amore.
La Bru c'è ma voi lo sapete..e questo è un vantaggio.
Non vincerà.
Ti abbraccio
sono sicura che non gliela darete vinta facilmente.
vi abbraccio!
mammasidiventa.ilcannocchiale.it