ho fatto la spesa.
ho comprato cinque tutine, cinque bodyni, cinque paia di minuscoli calzini.
pannolini taglia mininano.
salviettine ipoallergeniche profumate...erano in offerta, multipack da tre.
pomata del culetto.
sapone delicatisssssssimo.
cappellino e babbucce coordinati, con due ridicoli ponpon a mò di cornini.
due ciucci.
borsa per il cambio (che l'altra in quattro anni l'ho distrutta, e questa poi me l'hanno regalata)
lenzuolini e copertina.
un asciuga-nano bianco e giallo con l'orsetto.
una camicia da notte divertente, con i gatti e le stelle, che tanto io non sono una persona seria nè la bravamamma che veste solo di bianco a fiorellini.
le sexissime mutande a rete.
le utilissime garze ombelicali.
le disgustose ma aimè necessarie coppette assorbilatte.
ho tirato fuori dallo scatolo in cui pensavo di averli pensionati i reggiseni da allattamento.
le tutine dei nani che forse potrò riusare.
il sacco-nanna.
la navicella e l'ovetto.
nonna in blue jeans mi ha spedito la mia culla, completa di tutto, che è tuttora imballata e incastrata dietro la porta dello studio.
ho lavato tutto, approfittando dell'ultimo sole, ho tagliato le etichette, ho conservato questo corredino minuscolo come quello di una bambola in tanti sacchettini, unatutina+unbodyno+unpaiodicalzini, così poi è facile prenderli dalla valigia.
ecco il problema, la valigia.
il mio mitico trolley arancione.
che è vuoto.
tutte queste cose nuove, vecchie o una via di mezzo sono riposte in bustoni prenatal, nei cassetti del fasciatoio, nel ripiano dell'armadio o su una mensola.
io questa cazzo di valigia non riesco a farla.
"ho tempo." mi dico.
"sono stanca."
"devo fare i piatti-stirare-passare l'aspirapolvere."
scuse.
la verità è che ho paura.
paura che scatterà qualcosa in questo nano, che è movimentato come una trottola, appena chiuderò il mio trolley arancione; che si sentirà autorizzato a irrompere nella mia vita e io ho ancora 33 giorni per abituarmi all'idea e abituare gli altri due.
ho paura del parto prematuro, delle complicazioni, di essere io il Tu e i bambini ad affrontare questa cosa. ho paura delle parole della gente. dei "ma tu sei pazza, un terzo cesareo...è pericoloso"
ho paura delle complicazioni.
ho paura di non tornare a casa.
di lasciarli soli. e sono così piccoli.
ho paura delle cose che non ho fatto, di quelle che non ho detto.
ho paura della Bru. degli amici che sono assenti, presi dalle loro cose, impegnati al punto di non fare neanche una telefonata.
ho paura di me che ho paura.
io. quella che si mangia il mondo. che sembra un tornado.
stasera ho paura.
una paura irrazionale, infondata, stupida e per questo forse ancora più spaventosa.
e tutto si fonde in una stupida valigia che fa bella mostra di sè in camera. vuota e triste.
prima di ogni parto ho scritto sempre una lettera al Tu. "nel caso qualcosa vada male"
sono intatte nel suo cassetto.
non so se le leggerà mai.
non so se riuscirò a scriverne una adesso.
prima non pensavo che potesse andar male qualcosa, era giusto una precauzione, un modo per dar sfogo i miei pensieri... adesso è diverso.
perchè ho paura...
ho comprato cinque tutine, cinque bodyni, cinque paia di minuscoli calzini.
pannolini taglia mininano.
salviettine ipoallergeniche profumate...erano in offerta, multipack da tre.
pomata del culetto.
sapone delicatisssssssimo.
cappellino e babbucce coordinati, con due ridicoli ponpon a mò di cornini.
due ciucci.
borsa per il cambio (che l'altra in quattro anni l'ho distrutta, e questa poi me l'hanno regalata)
lenzuolini e copertina.
un asciuga-nano bianco e giallo con l'orsetto.
una camicia da notte divertente, con i gatti e le stelle, che tanto io non sono una persona seria nè la bravamamma che veste solo di bianco a fiorellini.
le sexissime mutande a rete.
le utilissime garze ombelicali.
le disgustose ma aimè necessarie coppette assorbilatte.
ho tirato fuori dallo scatolo in cui pensavo di averli pensionati i reggiseni da allattamento.
le tutine dei nani che forse potrò riusare.
il sacco-nanna.
la navicella e l'ovetto.
nonna in blue jeans mi ha spedito la mia culla, completa di tutto, che è tuttora imballata e incastrata dietro la porta dello studio.
ho lavato tutto, approfittando dell'ultimo sole, ho tagliato le etichette, ho conservato questo corredino minuscolo come quello di una bambola in tanti sacchettini, unatutina+unbodyno+unpaiodicalzini, così poi è facile prenderli dalla valigia.
ecco il problema, la valigia.
il mio mitico trolley arancione.
che è vuoto.
tutte queste cose nuove, vecchie o una via di mezzo sono riposte in bustoni prenatal, nei cassetti del fasciatoio, nel ripiano dell'armadio o su una mensola.
io questa cazzo di valigia non riesco a farla.
"ho tempo." mi dico.
"sono stanca."
"devo fare i piatti-stirare-passare l'aspirapolvere."
scuse.
la verità è che ho paura.
paura che scatterà qualcosa in questo nano, che è movimentato come una trottola, appena chiuderò il mio trolley arancione; che si sentirà autorizzato a irrompere nella mia vita e io ho ancora 33 giorni per abituarmi all'idea e abituare gli altri due.
ho paura del parto prematuro, delle complicazioni, di essere io il Tu e i bambini ad affrontare questa cosa. ho paura delle parole della gente. dei "ma tu sei pazza, un terzo cesareo...è pericoloso"
ho paura delle complicazioni.
ho paura di non tornare a casa.
di lasciarli soli. e sono così piccoli.
ho paura delle cose che non ho fatto, di quelle che non ho detto.
ho paura della Bru. degli amici che sono assenti, presi dalle loro cose, impegnati al punto di non fare neanche una telefonata.
ho paura di me che ho paura.
io. quella che si mangia il mondo. che sembra un tornado.
stasera ho paura.
una paura irrazionale, infondata, stupida e per questo forse ancora più spaventosa.
e tutto si fonde in una stupida valigia che fa bella mostra di sè in camera. vuota e triste.
prima di ogni parto ho scritto sempre una lettera al Tu. "nel caso qualcosa vada male"
sono intatte nel suo cassetto.
non so se le leggerà mai.
non so se riuscirò a scriverne una adesso.
prima non pensavo che potesse andar male qualcosa, era giusto una precauzione, un modo per dar sfogo i miei pensieri... adesso è diverso.
perchè ho paura...
Commenti
Tu sei un tornado e la forza poi arriva proprio quando pensi di aver già dato tutto....come nel parto...quando pensi adesso muoio...sei alla fine del dolore e all'inizio della gioia.
Buona gioia!
http://ilmondodascoprire.blogspot.it/2012/12/contest-raccontami-una-ricetta.html
Un bacio e a presto!
Quindi va tutto bene. Respira, sei nel cerchio.
Mi hanno commosso le tue parole.
Nat