accade che quella telefonata arrivi.
accade che il tono della voce dall'altro capo del filo sia basso, e strozzato.
accade che la frase inizi con "ti devo dare una brutta notizia".
pensi al tuo vecchio papà.
a S., principessa malata.
e pensi che lo sapevi che questa cazzo di telefonata sarebbe arrivata, che devi essere forte, che forse sarà un bene.
ma non sai, non immagini.
non puoi sapere che in un ospedale lontano un dottore illuminato ha proposto una risonanza magnetica per un bimbo all'apparenza sano, chissà cosa è scattato in quel dottore, chissà cosa di quel bimbo dagli occhi scuri non gli ha fatto dire di tornare a casa, lui e i suoi paranoici genitori.
chissà.
non puoi sapere.
da medico immagini il brivido nel leggere il risultato, quella scarica di adrenalina di quando hai azzaccato una diagnosi. hai ragione, signor dottore.
il passo in sala operatoria è breve, l'operazione sarà lunga.
aprire una piccola testa, tagliare i riccioli bruni, togliere quella palla fibrosa, quel qualcosa infido e bastardo che nessuno era riuscito a intravedere.
avere il dolore dell'attesa che aspetta dietro a una porta, dei genitori in ansia, dei nonni.
e il nostro, che siamo tanto lontani.
vorrei chiedere perchè a loro, che combattono con la Retth tutti i giorni della loro vita, perchè. vorrei chiamare, mandare messaggi, ma io sono sempre quella con i figli perfetti, che può bearsi dei loro sorrisi, che lì può sgridare, baciare e vestire. che guarda le recite di fine anno. che stasera ha mangiato con il peso del mininano sul cuore... io sono quella che può essere felice.
e stasera si sente maledettamente in colpa per esserlo
guarisci, piccolo B.
accade che il tono della voce dall'altro capo del filo sia basso, e strozzato.
accade che la frase inizi con "ti devo dare una brutta notizia".
pensi al tuo vecchio papà.
a S., principessa malata.
e pensi che lo sapevi che questa cazzo di telefonata sarebbe arrivata, che devi essere forte, che forse sarà un bene.
ma non sai, non immagini.
non puoi sapere che in un ospedale lontano un dottore illuminato ha proposto una risonanza magnetica per un bimbo all'apparenza sano, chissà cosa è scattato in quel dottore, chissà cosa di quel bimbo dagli occhi scuri non gli ha fatto dire di tornare a casa, lui e i suoi paranoici genitori.
chissà.
non puoi sapere.
da medico immagini il brivido nel leggere il risultato, quella scarica di adrenalina di quando hai azzaccato una diagnosi. hai ragione, signor dottore.
il passo in sala operatoria è breve, l'operazione sarà lunga.
aprire una piccola testa, tagliare i riccioli bruni, togliere quella palla fibrosa, quel qualcosa infido e bastardo che nessuno era riuscito a intravedere.
avere il dolore dell'attesa che aspetta dietro a una porta, dei genitori in ansia, dei nonni.
e il nostro, che siamo tanto lontani.
vorrei chiedere perchè a loro, che combattono con la Retth tutti i giorni della loro vita, perchè. vorrei chiamare, mandare messaggi, ma io sono sempre quella con i figli perfetti, che può bearsi dei loro sorrisi, che lì può sgridare, baciare e vestire. che guarda le recite di fine anno. che stasera ha mangiato con il peso del mininano sul cuore... io sono quella che può essere felice.
e stasera si sente maledettamente in colpa per esserlo
guarisci, piccolo B.
Commenti
Spero tanto tanto che vada tutto bene. Xx