Ieri: gita.
Ebbene sì, il nanico asilo si è messo in movimento per andare in una fattoria didattica nelle ridnti campagne baresi.
E tutta la famiglia in blue jeans si è mobilitata. Cane escluso.
Tralascio l'entusiasmo per il pullman.. "mamma, io sempre vado assilo con ulmmann!", e il viaggetto con la "canzone di micio maio e il ballo dlla panza" a gogò.
Giornata iperventosa, calda e umidiccia.
La nana deliziosa con shorts e cappello con fiore all'uncinetto,lui con la t-shirt della sua classe e gli occhioni splancati.
Mi sono resa conto di una cosa: il nano è uno che "balla da solo". Non si è fissato con un amichetto, ma faceva da spola, chiamava, incitava... ma in realtà non si fermava con nessuno. Anarchico e fiero di esserlo, ha espresso il suo disappunto sui maiali, sui cavalli e sulle mucche, ma alla fine ha dato da mangiare ai vitellini. Aveva paura di questi animali grandi, liberi e mansueti, così alieni al suo mondo di nano cittadino. Solo con il Tu ha preso il coraggio a due mani e si è avventurato a dare un pochino di fieno ai vitellini.
Non si è entusiasmato quando A., casaro palestrato, gli ha mostrato come si fa la mozzarella (ma se ne è mangiate quattro), e, durante la consegna dei diplomi di fine corso, si è semplicemente addormentato. (e come dargli torto?).
Solo quando lo abbiamo sguinzagliato a giocare si è entusiasmato, scatenandosi con tutti i nani.
Le maestre, da copione, hanno messo in evidenza che un nano figlio di veterinari non poteva avere paura degli animali. Ma la cosa non ci ha meso a disagio.
Io mi sono più preoccupata del fatto che il nano, come me, non è un animale da branco. Non fa gruppo, pur essendo gentile e affettuoso con tutti. Vola da un gruppo all'altro, libero come un gabbiano, cercando di creare un unico mega gruppo di bimbi urlanti.
Il suo "mamma..io andare bimbi" è una cosa geneica, per lui non ci deve essere Tizio o Caio, basta che ci sia la possibilità di stare in compagnia... Se da un lato sono fiera dell'indipendabza del mio bimbo, dall'altro mi ricordo il mio senso di zingaraggine (!!!) che non mi faceva sentire a mio agio in nessun modo. E ho paura che sia lo stesso per lui.
il Tu, da grande saggio, liquida le mie paranoie con un "ma ha solo tre anni,,,lascialo crescere!" e io spero che abbia ragione.
Ebbene sì, il nanico asilo si è messo in movimento per andare in una fattoria didattica nelle ridnti campagne baresi.
E tutta la famiglia in blue jeans si è mobilitata. Cane escluso.
Tralascio l'entusiasmo per il pullman.. "mamma, io sempre vado assilo con ulmmann!", e il viaggetto con la "canzone di micio maio e il ballo dlla panza" a gogò.
Giornata iperventosa, calda e umidiccia.
La nana deliziosa con shorts e cappello con fiore all'uncinetto,lui con la t-shirt della sua classe e gli occhioni splancati.
Mi sono resa conto di una cosa: il nano è uno che "balla da solo". Non si è fissato con un amichetto, ma faceva da spola, chiamava, incitava... ma in realtà non si fermava con nessuno. Anarchico e fiero di esserlo, ha espresso il suo disappunto sui maiali, sui cavalli e sulle mucche, ma alla fine ha dato da mangiare ai vitellini. Aveva paura di questi animali grandi, liberi e mansueti, così alieni al suo mondo di nano cittadino. Solo con il Tu ha preso il coraggio a due mani e si è avventurato a dare un pochino di fieno ai vitellini.
Non si è entusiasmato quando A., casaro palestrato, gli ha mostrato come si fa la mozzarella (ma se ne è mangiate quattro), e, durante la consegna dei diplomi di fine corso, si è semplicemente addormentato. (e come dargli torto?).
Solo quando lo abbiamo sguinzagliato a giocare si è entusiasmato, scatenandosi con tutti i nani.
Le maestre, da copione, hanno messo in evidenza che un nano figlio di veterinari non poteva avere paura degli animali. Ma la cosa non ci ha meso a disagio.
Io mi sono più preoccupata del fatto che il nano, come me, non è un animale da branco. Non fa gruppo, pur essendo gentile e affettuoso con tutti. Vola da un gruppo all'altro, libero come un gabbiano, cercando di creare un unico mega gruppo di bimbi urlanti.
Il suo "mamma..io andare bimbi" è una cosa geneica, per lui non ci deve essere Tizio o Caio, basta che ci sia la possibilità di stare in compagnia... Se da un lato sono fiera dell'indipendabza del mio bimbo, dall'altro mi ricordo il mio senso di zingaraggine (!!!) che non mi faceva sentire a mio agio in nessun modo. E ho paura che sia lo stesso per lui.
il Tu, da grande saggio, liquida le mie paranoie con un "ma ha solo tre anni,,,lascialo crescere!" e io spero che abbia ragione.
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