Passa ai contenuti principali

cellulare mon amour...


.... è indubbio che tre sono gli oggetti che attraggono lo gnomo sopra tutto: lo stereo, il telecomando e il cellulare. E se sui primi due posso, come dire, chiudere un occhio, l'idea di avere un figlio cellulare dipendente a 9 mesi mi fa impazzire.


cavolo, perchè?


lo stereo va benissimo: a casa nostra si ascolta di tutto, da Jhonny Bassotto ai Beatles, passando per i Placebo e Paolo Conte. il telecomando... vabbè, passi pure. Mi ricorda un pochino "indietro tutta": tu nella vita comandi fino a quando... hai stretto in mano il tuo telecomando... cantava Arbore. lo trovo divertente. e a pensarci bene, mi da l'impressione che il nano abbia capito tutto della vita.


ma il cellulare... NO!


mi urta vedere che lo cerca neanche fosse un biberon, e quando lo ha in mano non è che lo scaraventa a terra come fa con tutto quello che arriva tra le sue grinfiette, ma se lo palleggia come fosse una cosa preziosa... tipo Gollum con l'anello del potere. CHE NERVI!


PERCHE'?


...


1- sente le voci: spiegazione della nonna. visto che la voce che ascolta di solito al telefono è la sua, mi sembra una soluzione di comodo -per lei-.


2- si illumina se tocca i tasti. banale: lo fa anche la sua lumaca musicale.


3- è facile da tenere in mano. (?)


4- lo vede in mano a te, e lo vuole lui (!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)




la numero 4 mi sembra la più :


A) logica


B) triste


a conti fatti, lui, povera stella, prova ad imitare me, la sua mamma. alla fine lui di me che vede? una mamma che si butta sul pavimento per giocare con lui, che lava, stira e compagnia bella ..e che viene interrotta o almeno distolta da un maledetto BIPBIP seguito da un Pronto?


colpa mia? se di colpa si può parlare?


si.


decisamente si.


una cosa è certa: prima dei 15 anni il cellulare SE LO PUO' SOGNARE!


S.

Commenti

Post popolari in questo blog

Habemus nana!

Una settimana fa... ...ero nella prechirurgia del reparto di ginecologia ed ostetricia del policlinico di Bari. "adesso tocca a lei" e mi portano dentro. Anestesista, ostetriche, dottori..e il burlone ovviamente. Telo verde..sensazioni tattili ma non dolore...attesa. Attesa di sentire quel suono, di vedere quel viso che catalizza i miei pensieri e mi fa pregare che vada tutto bene. Attesa, spasmodica attesa. Piangi, piccola mia, e forte, perchè solo così la mamma potrà ricominciare a respirare, potrà affrontare il dolore del post parto, le visite delle zie, le tette gocciolanti e la assenza di sonno. Attesa...attesa... Poi una voce dice "ecco, ci siamo" E finalmente arriva. Quel miagolio che è il suono più bello del mondo,che ti riempie la testa e non puoi fare a meno di commuoverti un pò... e un'altra voce fa "eccola qui, la signorina!" e qualcuno mi poggia un fagottino sul petto. Un faccino di alabastro rosa, un minuscolo naso a patatina, tanti cap...

meno dieci

dieci giorni. un'inezia. tra dieci giorni il Tu prenderà un aereo, due valigie, uno zainetto e andrà via. destinazione Swindon, Wiltshire, regno di Sua Maestà la Regina. scrivere verso l'infinito ed oltre mi sembrava troppo melodrammatico. biglietto sola andata. noi abbiamo già pronti i biglietti per andarlo a trovare a metà febbraio. mi sembra la bacchetta magica di Harry Potter, la passaporta che si attiverà magicamente il venti febbraio. i bambini abbastanza sconvolti. il Ragazzino, preadolescente, alterna attimi di rabbia, di sconfidenza e momenti di dramma che neanche nella migliore tradizione napoletana. La Nana è incazzata nera. Papà è nostro, i signori inglesi trovassero il papà di qualcun altro per lavorare. Il mini tace...ma poi abbraccia l'uomo della mia vita e gli chiede "ma quando parti...e quando torni...e quando ci vediamo?" io...bho? mi attacco alle cose pratiche: come metto il piumino in valigia? e le lenzuola? e quanti kg posso imbarcar...

two weeks

sono passate due settimane. mi sembra di non vederlo da una vita. due settimane in cui non ho voluto avere il tempo di sedermi alla scrivania e scrivere. non ho avuto il tempo di deprimermi. non ho voluto avere il tempo di deprimermi, o di intristirmi, o di piangermi addosso. mi sono alzata ogni mattina, ho portato i bimbi a scuola in orario, il cane a passeggio, ho sbrigato le faccende. rispondo "bene!" a chi mi chiede come va. perchè oggettivamente va bene. la nostra vita scorre, come prima. faccio le stesse cose, forse lavoro un pò di più. ma poi basta. scarrozzo i pargoli tra lezioni d'inglese e partite di basket. non m i fermo quasi mai. ogni tanto ho pensato "ma io resto qui". oggi mi sono messa al pc e ho cercato di capire come si iscrive un nano a scuola in uk, come si trova una casa per una famiglia chiassosa e colorata, piena di bambini e animali. oggi mi sento per la prima volta sull'orlo del precipizio. e soffro di vertigini. mi ma...