Ci sono cose che fanno male anche se passano anni; ferite che non si rimarginano mai del tutto.
Quando non ero Mammainbluejeans,ma solo una ragazzina cicciottella e con la testa piena di sogni, Nonna in blue jeans mi iscrisse al Liceo classico, nella città di T, dove vivevamo allora.
Eravamo in 27.
Io una dei quattro anticipatari, gli altri un anno e passa più grandi di me.
Era un mondo nuovo: fatto di lezioni pesanti, di compiti in classe e di uscite, appuntamenti in bagno, sigarette fumate di nascosto. Io assistevo, impacciata, bambina nel fisico e nell'animo, ai primi amori di miei compagni di classe, alle ragazzine che si truccavano e mettevano le minigonne per sembrare sexy. agli inizi le trovavo un po' patetiche.
Non si curavano di me, nè io di loro. Avevo la mia vita fuori dalla scuola, una vita infatile, perchè le mie amichette erano uno, due anni più piccole di me; non mi poteva bastare? Ovviamente no.
Cominciai a cercare di attirare l'attenzione, nell'unico modo che avevo a disposizione. STUDIANDO.
Non ero la prima della classe, ma non me la cavavo male. Mi piaceva la storia e la letteratura, anche perchè avevo un'ottima memoria.
Un giorno mi si para davanti la compagna C che mi fa "non è che vai volontaria in storia? altrimenti chiama me e io non sono preparata..."
Andai.
Divenne un'abitudine, chiedermi di passare i compiti (anche non perfetti) chiamarmi a casa per avere le traduzione della versione di latino e delle frasi di greco.
La cosa peggiore èche io ero contenta, pensando di aver fatto un passo nella direzione giusta. Andavo alle loro feste, invitavo loro a casa per il mio compleanno: era come un duro estenuante lavoro, ma ne valeva la pena. Perchè erano i miei AMICI.
Per alcuni di loro ho metito ("il prof ha messo al massimo 6.5 al compito di storia, io ho preso 4" per coprire l'amica F. che sarebbe incorsa nelle ire dei suoi a sapere che io avevo 7 e lei 5); ad alcuni ho dato soldi (1000 lire al giorno al compagno S. per cui avevo una cotta mostruosa; lui mise fine alla cosa quando se ne accorse), ad altri ho confidato i segreti più segreti, fiduciosa nella loro buona fede e discrezione. A tutti ho voluto bene.
Ma alla fine ero io, la ragazzina cicciottella e tonta. Che si infiammava per le cause perse, che mandava al diavolo il prof. che fumava in classe.
Alla maturità sono spariti tutti.
Ne ho incontrata una, l'amica E. che mi guarda con disprezzo e mi comunica che non vuole avere niente a che fare con me, che sono solo una raccomandata, che oramai è vox populi e che se avessi un pò di pudore non mi farei più sentire: proprio lei, che ha dormito a casa mia la primissima volta che sono rimasta sola; proprio lei che ho coperto quando usciva a scopicchiare col fidanzato.
Non li ho cercati. Non volevo ricordare niente.
Mi faceva solo sentire più cogliona di quanto io non sia realmente stata.
A volte, però, la mia adolescenza torna a farsi sentire, come se in realtà non l'avessi vissuta io; vorrei tornare indietro per due minuti, e cambiare tutto, e farla diventare il ricordo più dolce. Ma purtroppo non si può.
Quando non ero Mammainbluejeans,ma solo una ragazzina cicciottella e con la testa piena di sogni, Nonna in blue jeans mi iscrisse al Liceo classico, nella città di T, dove vivevamo allora.
Eravamo in 27.
Io una dei quattro anticipatari, gli altri un anno e passa più grandi di me.
Era un mondo nuovo: fatto di lezioni pesanti, di compiti in classe e di uscite, appuntamenti in bagno, sigarette fumate di nascosto. Io assistevo, impacciata, bambina nel fisico e nell'animo, ai primi amori di miei compagni di classe, alle ragazzine che si truccavano e mettevano le minigonne per sembrare sexy. agli inizi le trovavo un po' patetiche.
Non si curavano di me, nè io di loro. Avevo la mia vita fuori dalla scuola, una vita infatile, perchè le mie amichette erano uno, due anni più piccole di me; non mi poteva bastare? Ovviamente no.
Cominciai a cercare di attirare l'attenzione, nell'unico modo che avevo a disposizione. STUDIANDO.
Non ero la prima della classe, ma non me la cavavo male. Mi piaceva la storia e la letteratura, anche perchè avevo un'ottima memoria.
Un giorno mi si para davanti la compagna C che mi fa "non è che vai volontaria in storia? altrimenti chiama me e io non sono preparata..."
Andai.
Divenne un'abitudine, chiedermi di passare i compiti (anche non perfetti) chiamarmi a casa per avere le traduzione della versione di latino e delle frasi di greco.
La cosa peggiore èche io ero contenta, pensando di aver fatto un passo nella direzione giusta. Andavo alle loro feste, invitavo loro a casa per il mio compleanno: era come un duro estenuante lavoro, ma ne valeva la pena. Perchè erano i miei AMICI.
Per alcuni di loro ho metito ("il prof ha messo al massimo 6.5 al compito di storia, io ho preso 4" per coprire l'amica F. che sarebbe incorsa nelle ire dei suoi a sapere che io avevo 7 e lei 5); ad alcuni ho dato soldi (1000 lire al giorno al compagno S. per cui avevo una cotta mostruosa; lui mise fine alla cosa quando se ne accorse), ad altri ho confidato i segreti più segreti, fiduciosa nella loro buona fede e discrezione. A tutti ho voluto bene.
Ma alla fine ero io, la ragazzina cicciottella e tonta. Che si infiammava per le cause perse, che mandava al diavolo il prof. che fumava in classe.
Alla maturità sono spariti tutti.
Ne ho incontrata una, l'amica E. che mi guarda con disprezzo e mi comunica che non vuole avere niente a che fare con me, che sono solo una raccomandata, che oramai è vox populi e che se avessi un pò di pudore non mi farei più sentire: proprio lei, che ha dormito a casa mia la primissima volta che sono rimasta sola; proprio lei che ho coperto quando usciva a scopicchiare col fidanzato.
Non li ho cercati. Non volevo ricordare niente.
Mi faceva solo sentire più cogliona di quanto io non sia realmente stata.
A volte, però, la mia adolescenza torna a farsi sentire, come se in realtà non l'avessi vissuta io; vorrei tornare indietro per due minuti, e cambiare tutto, e farla diventare il ricordo più dolce. Ma purtroppo non si può.
Commenti
Insomma, dobbiamo imparare dai nostri errori, ma quelli non si possono cancellare, purtroppo.
ciao
Luca
E' stato un pugno nello stomaco , ma capisco.....
I fasti o nefasti di un tempo non tornano!!!!
www.mammasidiventa.ilcannocchiale.it
Anche io non ho granchè come ricordi adolescenziali. L'adolescenza è definita dalla DeBeauvoir l'età ingrata.. è un'età difficile, per tutti, anche per quelli che sembrano averla vissuta bene. Troppi conflitti, troppi cambiamenti, troppa Vita da incorporare e digerire.
Un bacio..
@Luca: è quello che dice anche mio marito... ma che voi papà pensate allo stesso modo?
@Diana: l'unica cosa che non cambierei mai sono i miei studi! penso che mi abbiano insegnato a studiare, e se oggi sono quello che sono è grazie alle ore perse sui libri. sai, è buffo, ma la mia malinconia di ieri è derivata dal fatto che un ex-compagno di liceo che mi ha contattato su Facebook si è sposato il mese scorso...
@Amalia: SPERIAMO!
@Carpina: età ingrata e persone ingarte; lei è stata la delusione più amara, la cusa di un riserbo in cui mi sono chiusa per anni, la mia iperfagia... adesso la vorrei riincontrare, ma per manfarla affan..puffo una buona volta!
Ma mi spiace che dopo tanto tempo tu sia stata trattata di "m"