Martedì scorso.
Nonnaccì -suocera napoletana nell'animo- annuncia che il nano non ha voluto bere il latte del pomeriggio.
Partono le spiegazioni: "Forse era troppo caldo" "..forse è il biberon nuovo" "forse si è svegliato troppo tardi..."
Per niente preoccupati, io e il Tu mettiamo la notizia nel nostro archivio mentale e andiamo avanti. TRADOTTO: non muore per un giorno senza latte.
Mercoledì.
Stessa scena, con in aggiunta telefonata in pieno svolgimento delle mie attività lavorative (se non ricordo male stavo per fare un piccolo intervento):
"non lo vuole, è che gli posso dare, uno yogùrt?" (*)
Vada per lo yogurt.
La scena va avanti fino a sabato, con crescita esponenziale della preoccupazione di Nonnaccì, terrorizzata che il nipote possa perdere tre grammi se non beve il latte, incerta se chiamare l' ONU o l' organizzazione mondiale della sanità, e convinta che la mancata assunzione del bianco liquido causi ritardi nella crescita, predisposizione alle malattie, insonnia, e, ovviamente, febbre suina (...).
A niente vale dire che lo yogurt va benissimo come sostitutivo; per lei lo yogurt è "una roba che non nutre, è una cosa dietetica".
Comunque succede che sabato la cara signora, esasperata da un nipote che serra le labbra, e da due genitori che se ne fregano dei disturbi alimentari del loro rampollo, ME LO PORTA IN AMBULATORIO (dove per fortuna stavo allegramente cazzeggiando) perché lei "non ce la fa più" (a non vederlo mangiare?).
Credo che il motivo fosse scuotere le nostre sopite coscienze, e costringerci a fare qualcosa.
Che cosa, resta un mistero.
Fatto sta che il nano mi vede, urla "Mammamamamma" guarda il biberon e lo svuota in quattro secondi e due decimi.
"comenonnaperchèconnonnanonmanginonna?" fa lei.
"Mammamamma!" risponde il nano, unendo un sonoro rutto (che è indice di gradimento).
TEORIA del Tu: Davide vuole la mamma, e ha trasferito questo suo desiderio nel gesto che ci ha legato a doppio filo per otto mesi: l'allattamento.
Commento: non so se la suddetta teoria sia possibile, ma spero che non sia così, per tre ottimi motivi:
1) non so se Nonnaccì reggerebbe il colpo.
2) passerei il mio tempo a macerarmi in sensi di colpa ancora più grandi di quelli in cui abitualmente mi macero.
3) se fa così adesso per motivi ancora ignoti, se arriva un fratellino, di cosa sarà capace?
(*) A Bari gli accenti sono tutti sballati: internet è internèt, telecom è telecòm... però, inspiegabilmente, Corso Cavòur diventa corso Càvour.
Nonnaccì -suocera napoletana nell'animo- annuncia che il nano non ha voluto bere il latte del pomeriggio.
Partono le spiegazioni: "Forse era troppo caldo" "..forse è il biberon nuovo" "forse si è svegliato troppo tardi..."
Per niente preoccupati, io e il Tu mettiamo la notizia nel nostro archivio mentale e andiamo avanti. TRADOTTO: non muore per un giorno senza latte.
Mercoledì.
Stessa scena, con in aggiunta telefonata in pieno svolgimento delle mie attività lavorative (se non ricordo male stavo per fare un piccolo intervento):
"non lo vuole, è che gli posso dare, uno yogùrt?" (*)
Vada per lo yogurt.
La scena va avanti fino a sabato, con crescita esponenziale della preoccupazione di Nonnaccì, terrorizzata che il nipote possa perdere tre grammi se non beve il latte, incerta se chiamare l' ONU o l' organizzazione mondiale della sanità, e convinta che la mancata assunzione del bianco liquido causi ritardi nella crescita, predisposizione alle malattie, insonnia, e, ovviamente, febbre suina (...).
A niente vale dire che lo yogurt va benissimo come sostitutivo; per lei lo yogurt è "una roba che non nutre, è una cosa dietetica".
Comunque succede che sabato la cara signora, esasperata da un nipote che serra le labbra, e da due genitori che se ne fregano dei disturbi alimentari del loro rampollo, ME LO PORTA IN AMBULATORIO (dove per fortuna stavo allegramente cazzeggiando) perché lei "non ce la fa più" (a non vederlo mangiare?).
Credo che il motivo fosse scuotere le nostre sopite coscienze, e costringerci a fare qualcosa.
Che cosa, resta un mistero.
Fatto sta che il nano mi vede, urla "Mammamamamma" guarda il biberon e lo svuota in quattro secondi e due decimi.
"comenonnaperchèconnonnanonmanginonna?" fa lei.
"Mammamamma!" risponde il nano, unendo un sonoro rutto (che è indice di gradimento).
TEORIA del Tu: Davide vuole la mamma, e ha trasferito questo suo desiderio nel gesto che ci ha legato a doppio filo per otto mesi: l'allattamento.
Commento: non so se la suddetta teoria sia possibile, ma spero che non sia così, per tre ottimi motivi:
1) non so se Nonnaccì reggerebbe il colpo.
2) passerei il mio tempo a macerarmi in sensi di colpa ancora più grandi di quelli in cui abitualmente mi macero.
3) se fa così adesso per motivi ancora ignoti, se arriva un fratellino, di cosa sarà capace?
(*) A Bari gli accenti sono tutti sballati: internet è internèt, telecom è telecòm... però, inspiegabilmente, Corso Cavòur diventa corso Càvour.
Commenti
cheppaura!massima solidarietà x te.
e.
:-)
mammasidiventa